Dal 2003, la mia esperienza di psicologa si è incontrata con quella di mamma adottiva. Conosco ed ho seguito il percorso adottivo dell’ adozione internazionale, ho conosciuto la realtà pedagogica ed educativa degli Istituti per bambini abbandonati in Polonia. Con mio marito abbiamo imparato la lingua polacca e, dopo l’adozione, abbiamo proseguito un percorso di autoformazione per inserire i nostri figli sia nella famiglia allargata sia a scuola in Italia. Inoltre, per alcuni anni abbiamo seguito un percorso di psicoterapia familiare che ci ha aiutati a comprenderci meglio come individui (bambini ed adulti) e a riconoscerci come figli e genitori.
Poichè le nostre famiglie di origine sono in Calabria e con esse manteniamo stabili ed intensi legami, ho avuto modo di osservare tutte le differenze fra l’ambiente sociale delle nostre origini e l’ambiente sociale e scolastico dove viviamo qui nel Lazio.
Non è facile! Una famiglia adottiva, come tutte le famiglie, ha caratteristiche sue proprie ma ogni componente ha esigenze di autostima ed individuazione molto forti perchè precocemente è stato esposto al dolore, alla separazione, all’abbandono. Inoltre, non va trascurato o messo in secondo piano l’aspetto interculturale avviato con l’adozione: siamo una famiglia italo-polacca anche se noi genitori siamo di origini italiane e viviamo da sempre in Italia. La cultura dei nostri figli, il loro carattere, il loro bilinguismo, è sempre presente ad un occhio attento e rispettoso!
Ho conosciuto i mondi della scuola e delle famiglie da entrambi i punti di vista, come mamma e come psicologa-psicoterapeuta, e la mia formazione umana e personale mi ha permesso di integrarle. Ciò mi ha consentito di individuare nel mio lavoro soluzioni personalizzate all’interno dei contesti di appartenenza.
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